Intervista a Gianandrea Facchini - CEO Buzztech
Cercare di capire cosa dice (e pensa) davvero la gente, ma allo stesso tempo provare a capire anche come questo sentire e i relativi comportamenti cambiano, si evolvono, a causa di ciò che succede intorno a noi.
Il web e social listening servono proprio a questo: a captare gli umori delle persone, per aiutare le aziende e le organizzazioni a rispondere meglio ai nuovi bisogni.
L’emergenza Covid19 ha stravolto tutto (o quasi), e il progetto Ahead (di cui sono felice di fare parte), nasce proprio con l’obiettivo di investigare come stanno cambiando gli italiani e i loro comportamenti di consumo..
Ho intervistato Gianandrea Facchini, CEO di Buzztech e la mente ideatrice del progetto.
Mi chiamo Gianandrea Facchini, 61 anni, ultrarunner, appassionato di arte moderna, cani meticci, pinot nero e lettura.
Dopo 16 anni in agenzie di comunicazione e centri media, ho fondato la mia prima società di web e social media listening e dal 2008 lavoro in questo campo a livello globale con grandi aziende come clienti.
Buzztech si occupa appunto di listening e di analisi dei dati. Si differenzia dai normali fornitori di software perché ha sviluppato un modello di lavoro custom made su ogni cliente: reportistica ad hoc, modifiche negli strumenti, progettazione e implementazione di dashboard su richiesta che siano mirate su ciò che realmente serve al cliente finale, con un focus sulle visualizzazioni.
Come nasce l’idea di questo progetto?
Di fronte ad una situazione così anomala e senza paragoni reali, ci sono infinite domande che un’azienda si pone e alle quali solo un uso dell’intelligenza collettiva può dare risposte.
Ci sono un gran numero di ricerche, in questo momento, ma sono tutte fotografie di un momento, statiche. Ecco queste due considerazioni mi hanno convinto che ci fosse spazio per un progetto che si sviluppasse in modo differente. Quindi non un’attività di una struttura sola ma raggruppare degli specialisti di diversi settori e non una operazione one shot ma una raccolta dati continua, così da assicurare la possibilità di seguire gli sviluppi ed eventuali cambiamenti nelle opinioni degli individui.
Qual è la metodologia utilizzata?
Partiamo dalla raccolta delle conversazioni pubbliche sui canali social media e forum, blog e news in tre lingue (italiano, inglese e francese) per iniziare. Stiamo già allargando il tutto a tedesco, spagnolo e portoghese.
La piattaforma è quella di Buzztech, The Signal, uno strumento proprietario in uso con tutti i nostri clienti sia locali che internazionali.
Tutti i contenuti sono filtrati attraverso regole scritte ad hoc per assicurare un dato pulito e le prime attribuzioni di sentiment sono valutate manualmente così che anche in questo dato si riesca ad avere attribuzioni corrette.
Questo primo lavoro ci permette poi un flusso continuo di contenuti ordinato e utilizzabile rapidamente.
Cosa ci dicono i primi dati raccolti?
Ci sono delle parole chiave che emergono e, alcune di queste non sono per nulla sorprendenti.
Possiamo partire da human interaction, quindi la necessità di tornare a sentire un contatto umano sia tra individui che tra persone e entità (che siano aziende o enti pubblici), small local shop delivery che ha creato un nuovo modello di business che potrebbe accompagnarci in futuro, value OF the money, il cambio di paradigma sul valore del denaro non visto partendo dal punto di vista delle aziende che definiscono il valore sulla base di quanto di vendono, ma partendo dal valore che il singolo attribuisce al proprio denaro, proximity intesa come una estensione del concetto di human interaction che si ibrida con il CRM (sono grato e sarò fedele a chi mi sta vicino in questi momenti).
Quale sarà secondo te l’evoluzione dei diversi mercati, non solo di quelli presi in considerazione dal progetto Ahead, alla luce di ciò che è successo in questi mesi?
Premetto che non voglio parlare di new normality perché rifiuto questo concetto. La normalità è un tentativo di cristallizzare forze centrifughe che spostano il baricentro sia degli individui che delle aziende. Non ci sarà nessuna nuova normalità, ci saranno situazioni dinamiche e fluide che spingeranno verso una maggiore personalizzazione dei servizi. Penso alle piattaforme di e-commerce, tutte uguali come degli scaffali di supermercati. Penso al mercato automotive e alle sue offerte commerciali tutte uguali (in macchina, l’altro giorno, ero fermo ad un semaforo e intorno a me c’erano solo macchine bianche…). Penso all’offerta culturale e alle librerie nelle quali i commessi sanno fare il caffè ma non conoscono i libri che vendono. Ci sono tanti esempi di settori che potranno cambiare e che dovranno cambiare. Per lo meno, spero lo facciano.
[ndr - lo spero anch’io, staremo a vedere se davvero sarà così]