Il marketing è morto. Viva il marketing.

Pochi giorni fa è apparso su Harvard Business Review un post dal titolo provocatorio “Marketing is dead”.

Bill Lee, l’autore, esordisce scrivendo: “Traditional marketing — including advertising, public relations, branding and corporate communications — is dead” (qui l’articolo completo).

Mi spiace, ma non sono d’accordo.

Ancora una volta si confondono i termini e si utilizzano le parole “marketing” e “comunicazione” come sinonimi, mentre invece si tratta di due discipline distinte. Anzi, a voler essere precisi, la cosiddetta “promotion” è solo una delle famose 4 P del marketing mix.

Credo sia evidente ai più che le vecchie forme di promozione e comunicazione sono quasi completamente superate. Sto parlando di quelle che il buon Seth Godin, menzionato in un mio post precedente, chiamava interruption marketing.
Detto ciò, il marketing è molto di più: parte dall’idea di un nuovo prodotto e arriva fino alla sua commercializzazione, permeando l’intera organizzazione. Decreta il successo (o l’insuccesso) di un prodotto molto più di quanto possa fare un’efficace campagna pubblicitaria o una buona attività di p.r. Quindi attenti alle semplificazioni.

Succede spesso che i termini “marketing” e “comunicazione” siano utilizzati impropriamente; mi stupisce però che anche HBR sia caduto nell’errore. Oppure si è trattato di una scelta voluta, per alimentare il dibattito? I numerosissimi commenti al post dimostrano che forse è andata davvero così…