Cosa resterà del Salone del Mobile?

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Come ogni anno ripenso al Salone del Mobile che si è appena concluso. Andando un po’ in giro per Milano ho avuto l’impressione che la kermesse si stia trasformando sempre più in una occasione dove tante, tantissime aziende extra settore cercano di approfittare del pubblico internazionale che affolla la città per ottenere visibilità. E’ un trend cominciato anni fa, che trasforma alcune zone in veri e propri mercati a cielo aperto, pieni di imbonitori. Qualunque azienda vuole esserci, perché non vuole perdere il palcoscenico. Ma siamo sicuri che una scelta del genere paghi? Quanto resta ad un consumatore di tutti questi brand extra settore che gli vengono sbattuti in faccia uno dopo l’altro?

Nel mio breve giro in zona Tortona ho visto un paio di “pseudo sculture” completamente avulse dal contesto (credo fossero di Durex e Timberland, ma non ci scommetterei…), poi ho ricevuto dei cracker in omaggio da due simpatiche ragazze (senza capire quale fosse il brand), nonché un segnalibro personalizzato da un’azienda agricola. E ho rifiutato tutto il resto. Ciliegina sulla torta, un furgoncino promozionale con schermo al led che mandava in onda spot a rotazione. Invisibili ai più, ma sicuramente venduti a caro prezzo.

E allora mi chiedo… Ha senso per un’azienda esserci a tutti i costi, pur di poter dire “Io c’ero”, oppure meglio non essere uno tra i tanti e trovare un’occasione più in linea con l’immagine di marca? Io sono convinta che non basta esserci. La cosa fondamentale è farsi ricordare. In un momento di crisi come questo, dove sembra che tutte le aziende stiano tagliando (o meglio… “razionalizzando”) gli investimenti, forse una riflessione sul tema sarebbe opportuna.

Nonostante ciò, temo che il Salone del Mobile 2013 non sarà molto differente da quello di quest'anno...