Stefania Boleso

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Huggies: prodotto nuovo, comunicazione vecchia.

Maschi e femmine sono anatomicamente diversi, questo è un dato di fatto. Ciò significa che i bambini, quando fanno la pipì, bagnano il pannolino in un punto diverso rispetto alle bambine. Fino a qua niente di nuovo e non credo occorra avere dei figli per rendersene conto…

Huggies ha deciso di partire da questo insight per sviluppare due prodotti differenti: “Huggies bimbo” e “Huggies bimba”. In uno scenario competitivo come quello attuale dove l’abilità sta nell’identificare la propria nicchia e dove l’iper specializzazione viene premiata, la scelta dell'azienda appare decisamente azzeccata.

Non mi pare invece molto azzeccata la scelta di come comunicare questa novità di prodotto:

Faccio davvero fatica a cogliere il nesso tra il punto in cui si bagna il pannolino e il desiderio di tirare calci a un pallone o di cercare avventure. “Così piccoli e già così diversi” recita lo spot. Anatomicamente senz’altro, quanto al resto…  Avrei qualche dubbio. Chi dice che volersi fare belli oppure cercare tenerezza siano tratti caratteristici di un genere anziché un altro?

Un prodotto valido deve avere una comunicazione altrettanto valida a supporto. In questo caso invece la novità Huggies viene penalizzata da una comunicazione stereotipata (e, lasciatemelo dire, anche un po’ vecchia), di cui sinceramente non si sentiva il bisogno. Solitamente dietro a ogni nuovo prodotto c'è una grande attività di analisi del consumatore, ma anche di ricerca e sviluppo: nuovi materiali, nuove tecnologie... Sono sicura sia stato così anche in questo caso. Perché allora non affidarsi ad una comunicazione più razionale, che rafforza la credibilità del prodotto, anziché buttarsi sul rosa e sull’azzurro, nonché su vecchi stereotipi in cui sempre meno persone si riconoscono?